Osimo 2° Circolo Didattico
CLASSE:
III Borgo San Giacomo MODULO2

Esperienze sulla pressione realizzate nel laboratorio del liceo scientifico
1° ESPERIMENTO

Materiale

  • barattolo con 3 fori uno sopra l'altro
  • acqua

Procedimento
Abbiamo versato dell'acqua nel barattolo e abbiamo visto che dai fori fuoriuscivano degli zampilli d'acqua. Dal foro più in basso lo zampillo è più lungo, dal foro in mezzo lo zampillo è più corto, dal foro in alto lo zampillo è ancora più corto.

 

 

 

Man mano che l'acqua diminuisce, smette di uscire prima dal foro più in alto, poi, diminuendo ancora, non esce dal foro centrale, infine, l'acqua smette di uscire dal foro più basso.

 

1° esempio
Al mare la pressione atmosferica è più alta, perché la spinta dell'aria è maggiore: infatti, la colonna d'aria è più alta. In montagna invece la pressione atmosferica è più bassa, perché la spinta dell'aria è minore: infatti, la colonna d'aria è più bassa.

 

 

2° esempio
Al mare la palla "si sgonfia" perché la pressione è maggiore: infatti, la colonna d'aria sovrastante è più alta; in montagna, al contrario, la palla "si gonfia" perché la pressione è minore: infatti, la colonna d'aria sovrastante è più bassa.

 

 

DAGLI ESEMPI ABBIAMO CAPITO CHE:

1) la rapida diminuzione della pressione con l'altitudine è dovuta al fatto che man mano ci si innalza sul livello del mare, diminuisce l'altezza dell'aria sovrastante;
2) il corpo umano è adatto alle pressioni normali. Sopporta male sia pressioni più alte che pressioni più basse.

Per questo:
a) si salgono con difficoltà vette piuttosto elevate (pressione bassa); la sensazione più frequente è il giramento di testa;
b) non si può scendere nell'acqua del mare oltre una certa profondità (pressione alta); si prova una senso di pesantezza e le orecchie si otturano.

CONCLUSIONE GENERALE:
LA PRESSIONE CRESCE CON L'AUMENTARE DELLA PROFONDITA' (sott'acqua nel mare) E DIMINUISCE CON L'ALTEZZA (in montagna).

 

2° ESPERIMENTO

 

Materiale:

  • beuta codata = contenitore di vetro con un tubo laterale collegato a un raccordo di vetro munito di rubinetto;
  • acqua;
  • becher = recipiente di vetro munito di beccuccio;
  • treppiede;
  • tappo;
  • fonte di calore.

 

 

 

Abbiamo chiuso la beuta codata contenente ARIA e ACQUA con un tappo e abbiamo altresì chiuso il rubinetto. Sistemando la beuta sul treppiede e mettendovi sotto una fonte di calore, abbiamo visto che l'acqua ha cominciato ad evaporare; apriamo il rubinetto: l'ARIA ESCE quindi nella beuta restano ACQUA E VAPORE. Questo fenomeno interessa solo la superficie del liquido. Con l'aumentare della temperatura, l'acqua inizia a bollire. Questo fenomeno interessa tutto il liquido. Uscendo l'aria, all'interno della beuta c'è una DEPRESSIONE o DIMINUZIONE DI PRESSIONE.

 

 

Richiudiamo il rubinetto, togliamo la fonte di calore e lasciamo raffreddare la beuta. Versiamo l'acqua nel becher inclinato che posizioniamo più in basso rispetto alla beuta e immergiamoci un tubicino collegato al rubinetto. Appena apriamo il rubinetto, in pochissimo tempo, l'acqua del becher SALE nella beuta occupando il posto del vapore. Questo è successo per la differenza di pressione fra la beuta e l'esterno: nella beuta c'è depressione, all'esterno c'è la pressione più alta. Per questo motivo l'acqua, dal becher risale dentro la beuta.

 

3° ESPERIMENTO

 

Materiale:

  • bicchiere
  • acqua
  • cartolina

 

Appoggiamo una cartolina su un bicchiere pieno d'acqua e capovolgiamo velocemente il bicchiere: la cartolina non cade nonostante il peso dell'acqua perché la pressione atmosferica la sostiene.
Esempio:
Possiamo bere una bibita con la cannuccia, perché la pressione che agisce sul liquido del bicchiere non è equilibrata dalla pressione all'interno della cannuccia.

 


CONCLUSIONE GENERALE
La pressione esercita una spinta in tutte le direzioni e in ogni punto del corpo.

 

CURIOSITA': sopra la nostra testa ci sono circa 150 kg di aria. Infatti la pressione esercitata dall'aria è 1 kg ogni centimetro quadrato.

 

 

Ringraziamo per la disponibilità e la gentile collaborazione, il preside del Liceo scientifico di Osimo, il prof. Borsini e il prof. Caprari
 

 

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